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Comune di Martignacco
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Pedalando fra Nogaredo di Prato e il Parco dei Prati del Beato Bertrando
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Suggerimenti per ciclisti
19/08/21
Il Parco dei Prati del Beato Bertrando si estende su circa 230 ettari che includono terreni coltivati, prati e piccoli boschi. I percorsi, utilizzabili in bicicletta e a piedi, sono corredati da una cartellonistica che permette di riconoscere ed apprezzare le essenze vegetali e le peculiarità della zona.
Nei mesi primaverili i prati raggiungono la massima fioritura e in autunno le farnie e le altre specie vegetali si tingono di una miriade di colori. (ma in tutte le stagioni il Parco mostra la bellezza del paesaggio friulano. Custodito e protetto all'interno del Parco si trova il Biotopo dei Prati della Piana di Bertrando: circa 30 ettari di prato stabile di cui molti "originari" cioè derivanti dal disboscamento operato in epoca antica e mai sottoposti a messa a coltura. Per questo motivo vi si trovano molte specie pregiate di piante e fiori: nei prati meglio conservati è stata infatti segnalata la presenza di più di 70 specie diverse, mantenendo perciò una biodiversità molto elevata. Queste “grandi praterie” sono state volute, create e mantenute dall’uomo, e hanno costituito le necessarie riserve di cibo per il bestiame (in particolare mucche e buoi), utilizzato soprattutto per il trasporto di materiali e solo secondariamente per il latte e la carne. Questi animali dovevano essere alimentati in stalla con del buon fieno, non venivano quindi mandati al pascolo, e ciò spiega l’ampia diffusione del prato.
Il lavoro agricolo nei secoli ha tentato di eliminare i sassi dalle aree coltivabili utilizzandoli per la costruzione di muretti a secco ad argine dei fossati o come mantenimento delle sponde del Lavia.
I prati sono circondati da campi coltivati, filari di alberi (in particolare gelsi), siepi, aree disboscate e vi si trovano anche grandi alberi isolati: l’insieme costituisce così un'unica “oasi” alle porte della città, dove è possibile anche praticare un’agricoltura “sostenibile”, che rispettando l’ambiente possa produrre reddito.
Suggerimenti per ciclisti curiosi
Arrivati in piazza a Nogaredo di Prato, lasciamo l’automobile e prendiamo la bici: cominciamo il nostro giro visitando questa frazione di Martignacco, Ammiriamo i decori e le pitture murali, poi scendiamo lungo via Zilli e costeggiamo poi il letto del torrente Lavia, che attraversiamo per mezzo di un guado: ci troviamo in aperta campagna, in un paesaggio contraddistinto da filari di gelsi, alberi tipici del paesaggio rurale friulano ed importantissimi per l’economia di un tempo.
Proseguendo su strade di campagna arriviamo in corrispondenza della strada Trevisana, (così chiamata perché conduceva appunto a Treviso), che si trova nel territorio del Parco al confine fra i Comuni di Martignacco e Pasian di Prato. Mentre pedaliamo guardiamoci intorno ed ammiriamo ciò che la natura ci offre in ogni stagione: le splendide fioriture dei prati in primavera, i fondali di grano maturo e le balle di fieno in estate, i vivaci colori degli alberi e cespugli in autunno, il magnifico panorama dei monti che il paesaggio spoglio e dai colori più uniformi fa risaltare in inverno.
Fermiamoci ogni tanto per guardare più da vicino: potremo ad esempio osservare la fioritura di margherite, barba di becco, latte di gallina, di molte specie di orchidee spontanee, ed anche del bianco e prezioso narciso selvatico…; seguiremo il volo di molte e variopinte farfalle, guardando con più attenzione riusciremo a scorgere numerose specie di insetti e ragni; potremo, con un po’ di fortuna, scorgere i molti animali che il Parco ospita, come starne, fagiani, piccoli rapaci, ed anche la lepre, il riccio, la donnola e la faina…
Continuiamo ora la nostra gita proseguendo lungo la via Tevisana in direzione dell’abitato di Bonavilla ed arriviamo nei pressi della grande Farnia, che con la sua immagine è divenuta quasi il simbolo del Parco; sparsi per tutto il territorio vi sono però altri alberi interessanti, isolati o a gruppi, come querce, platani, ornielli, sambuchi, acacie e gelsi.
Arriviamo infine alla “Croce del Beato Bertrando”, suggestivo manufatto di ferro innestato su una pietra incisa: la leggenda vuole che qui abbia sostato il corteo funebre che trasportava il corpo del Patriarca di Aquileia Bertrando di Sant Geniès, ucciso in un agguato tesogli da alcuni nobili friulani il 6 giugno 1350, nelle campagne vicino a San Giorgio della Richinvelda. Il suo corpo fu trasportato su un carro fino a Udine e là deposto in un sepolcro di pietra collocato nel Duomo, dove si trova tuttora.
Al termine del nostro viaggio, costeggiando un filare di gelsi, giungiamo all’abitato di Bonavilla, tipico insediamento rurale, che merita una sosta ed una visita… e se desideriamo concludere in bellezza la nostra gita, potremmo assaggiare qualche prodotto tipico, acquistato presso un caseificio oppure un agriturismo o un’azienda agricola, scegliendo fra i diversi esercizi commerciali presenti nei dintorni.